Ballata per Peppino Impastato

Questa è la storia di un siciliano / che con coraggio alzò la sua voce, / per i diritti contro i favori, / senza piegarsi alla violenza dei mafiosi.
Rivoluzione e comunismo / contro il potere del clan democristiano, / per liberare la sua terra / dall'ingiustizia e dall'omertà.
Con le tue idee / e il tuo coraggio / continueremo a lottare, / con le tue idee / e il tuo coraggio / continueremo a lottar.
Nel casolare ti hanno ucciso / perché mafiopoli hai cercato di fermare, / poi sui binari ti hanno gettato, / perché sembrassi come loro un assassino.
E per trent'anni hanno provato / ad infangare il tuo nome e la tua storia, / ma fu Felicia, coi tuoi compagni, / a far trionfare giustizia e verità.
Con le tue idee / e il tuo coraggio / continueremo a lottare, / con le tue idee / e il tuo coraggio / continueremo a lottar.
Dalla Calabria alla Brianza, / siamo qui oggi testimoni del tuo esempio, / per continuare la tua lotta / e liberar le nostre terre dalle mafie.
Dalla coerenza della tua vita / è fiorita la nostra Resistenza: / ogni giorno col nostro impegno / terremo viva la tua eredità.
Se vi illudete di aver vinto / guardate intorno e vedrete / 10, 100, 1000 Peppino / con la forza di lottare.
Con le tue idee / e il tuo coraggio / continueremo a lottare
con le tue idee / e il tuo coraggio / la nostra lotta / continuerà.
[parlato:] La mafia è una montagna di merda!


La canzone è il risultato di un lavoro comune che, a partire dal febbraio 2020 ha visto la partecipazione di alcuni esponenti del coro CantaStoria.
Parole e musica sono di Marco Fraceti, ma successivamente sia il testo che le note hanno subito arrangiamenti da parte di Silvia Riboldi, maestra del coro, di Michele Conti, Rossana Valtorta e Marco Arosio.
In piena pandemia, ogni componente del coro ha studiato e poi cantato in solitaria la canzone, registrando la sua parte tra il febbraio e il marzo 2021.
Per mano di un altro componente del coro, Gualtiero Fontana, ne è stato ricavato un video, poi inviato al terzo Concorso nazionale letterario “Artisti per Peppino”, dove la Ballata per Peppino” ha ricevuto la menzione d’onore.
La voglia di scrivere e mettere in musica pensieri forti dell’impegno di Peppino Impastato, si sono sviluppati nel contesto della catena umana per ricordare Pino Pinelli, che si tenne il 15 dicembre del 2019. In quella occasione Giovanni Impastato, fratello di Peppino, ebbe modo di passare molto tempo in compagnia dei componenti il coro CantaStoria. Da lì le suggestioni e le motivazioni per giungere alle note prima e alle parole poi della ballata.
La canzone è un inno alla Resistenza, alla Resistenza antimafia, di cui Peppino è testimone perché uno dei tanti Partigiani caduti, vittime della violenza mafiosa. E’ anche una dichiarazione di impegno forte, qui nella Brianza e in Lombardia, per la lotta contro la "colonizzazione" dei nostri territori da parte delle organizzazioni mafiose.


Giuseppe Impastato, detto Peppino, nasce a Cinisi, in provincia di Palermo, il 5 gennaio 1948. Giovanissimo, in aperto conflitto con il padre – gravemente colluso, come altri membri della famiglia, con la mafia locale – matura un forte impegno politico, aderendo nel 1965 al Partito socialista italiano di unità proletaria e fondando il periodico
L'idea socialista, per poi avvicinarsi ai locali gruppi comunisti e, dagli anni Settanta, a Lotta continua. In quegli stessi anni si batte al fianco delle classi subalterne rivendicandone i diritti e tentando di difendere il territorio dalle speculazioni della criminalità organizzata. Nel 1975 fonda il centro culturale Musica e cultura e, nel 1977, l’emittente autofinanziata Radio Aut, trasformandoli in centri di aggregazione giovanile e luoghi di controinformazione da cui addita scempi ambientali, abusivismi, soprusi, connivenze e clientelismi, denunciando il ruolo di mediazione sociale svolto dalla mafia nel tessuto disagiato del Sud e le sue collusioni con politici e amministratori locali. Candidatosi nel 1978 alle elezioni comunali nelle fila di Democrazia proletaria, nella notte del 9 maggio dello stesso anno, nel corso della campagna elettorale, viene ucciso e il suo corpo martoriato da una carica di tritolo collocata sulla ferrovia Palermo-Trapani in modo da simulare un attentato suicida, essendo la matrice mafiosa dell’omicidio riconosciuta solo nel 1984 grazie all’infaticabile impegno della madre Felicia Bartolotta e del fratello minore Giovanni. Nel 2002 viene riconosciuto mandante del suo omicidio e condannato all’ergastolo il boss mafioso Gaetano Badalamenti.
A Impastato è intitolato il Centro siciliano di documentazione già fondato nel 1977, mentre nel luglio 2010 si è costituita l’associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, che ha condotto importanti battaglie legali e promosso eventi di approfondimento e di sensibilizzazione. Delle numerose e dense opere sulla vita dell'attivista va sicuramente citato il film
I cento passi diretto nel 2000 da Marco Tullio Giordana e interpretato da Luigi Lo Cascio, insieme al documentario del 2013 La Voce di Impastato del regista friulano Ivan Vadori, che nel maggio 2018 è diventato un libro-inchiesta corredato dalle immagini del fotografo Elia Falaschi.

[Tratto da: Treccani Enciclopedia on line, s.v. “Impastato, Giuseppe”, ultima cons. 16 maggio 2023, https://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-impastato/.]

 

   Ascolta il brano nella versione cantata da coro CantaStoria